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Irma Loredana Galgano

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“La Trappola” di Melanie Raabe (Corbaccio, 2015)

04 venerdì Set 2015

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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Corbaccio, LaTrappola, MelanieRaabe, recensione, romanzo, thriller

la-trappola-raabeEsce in questi giorni per Corbaccio La Trappola (titolo originale Die falle) di Melanie Raabe, nella versione tradotta dal tedesco da Leonella Basiglini.
Per la Raabe, giovane giornalista e scrittrice di testi teatrali e racconti, si tratta del romanzo d’esordio ma leggendolo non si direbbe. Una scrittura la sua ben strutturata, ben articolata e curata in ogni dettaglio in maniera tale da riuscire ad affermare e/o negare un qualcosa con l’impiego della medesima frase. Periodi ripetuti più volte, come una sorta di mantra, che inducono il lettore a credere o rinnegare quanto letto, a seconda di dove l’autrice vuol condurlo.
Grande abilità di penna nient’affatto comune che la Basiglini riproduce in maniera egregia e che si ritrova in Jo Nesbo, per esempio.
«Nel mio mondo, sia d’estate sia d’inverno, la temperatura è di 23,2 gradi centigradi. Nel mio mondo è sempre giorno, mai notte. Non c’è pioggia, non c’è neve, non ci sono dita congelate dal freddo. Nel mio mondo c’è un’unica stagione, e non ho ancora deciso come chiamarla.»
La Trappola sembra raccontare la storia della scrittrice di bestseller Linda Conrads, la quale da dodici anni non esce di casa relazionandosi solo con le persone a lei care e tormentata dai sensi di colpa per non essere riuscita a salvare sua sorella Anna. In realtà il libro della Raabe narra dell’animo umano, della sua fragile forza, della sua mutevole e apparente normalità… racconta di tutto ciò che accade o potrebbe accadere quando vengono meno le certezze da noi stessi costruite come barricate dietro cui ci nascondiamo continuamente per difenderci, spesso da noi stessi.
Un thriller psicologico di ampio spessore quello scritto da Melanie Raabe che invita il lettore a seguire la trama misteriosa dell’omicidio di cui la protagonista è stata testimone oculare ma al tempo stesso lo conduce per mano nei drammi mentali di una persona borderline, o almeno tale in apparenza.
«La via per uscire dalla paura passa attraverso la paura» ripete continuamente a se stessa Laura che viene spinta a credere di essere completamente pazza in un gioco in cui tutti, vittime e investigatori, vengono indotti a fare la volontà dell’assassino. O almeno questo è ciò che sembra…
La storia e la caratterizzazione dei personaggi reggono bene per tutte le oltre trecento pagine del testo e il lettore potrà ritenersi soddisfatto in quanto tutti i nodi vengono sciolti e tutti i misteri risolti fatta eccezione della serialità o meno dell’omicidio, aspetto accennato più o meno a metà del libro e su cui l’autrice non ritorna, tranne che per l’interrogativo dei fiori, tra l’altro rimasto tale.
Rimane comunque l’unico punto a lasciare il lettore perplesso, per il resto il testo lo tiene incollato dalla prima all’ultima pagina in un crescendo di suspense e terrore che lo avvolgono e lo travolgono al pari degli incalzanti eventi narrati.

http://www.thrillercafe.it/la-trappola-melanie-raabe/

© 2015 – 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

“Phobia” di Wulf Dorn (Corbaccio, 2014)

28 giovedì Ago 2014

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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Tag

Corbaccio, Phobia, recensione, romanzo, thriller, WulfDorn

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Atteso a settembre in tutte le librerie recensiamo oggi Phobia di Wulf Dorn (qui un’intervista), edito in Italia da Corbaccio nella collana Top Thriller. La traduzione, dall’originale in lingua tedesca, è di Leonella Basiglini.
Wulf Dorn ha conquistato il pubblico internazionale con La psichiatra (cui sono seguiti Il superstite, Follia profonda, Il mio cuore cattivo) e con Phobia dimostra di avere tutte le credenziali per mantenere e aumentare il successo ottenuto. Il libro si presenta come una nuova e ancor più approfondita indagine dei meandri della mente umana.

«L’unica cosa di cui aver paura è la paura stessa.»

Ognuno di noi ha le proprie fobie, più o meno fondate, più o meno credibili, più o meno condivisibili, ma tutti indistintamente riteniamo siano paure normali, che hanno o possono avere la gran parte delle persone. Siamo convinti di non essere dei pazzi o dei folli perché non riusciamo a entrare in un ascensore, affacciarci a un balcone, salire su un aereo, nuotare, toccare, uscire… esattamente dov’è il tracciato invisibile che segna il confine tra la normalità e la follia? Wulf Dorn ci dimostra con Phobia che non solo esso non è scientifico ma è fortemente influenzato dalle convenzioni.
Parlare di fobie è il modo che l’autore ha scelto per parlare della vita, dell’esistenza di ognuno di noi, schiacciata quotidianamente per fare largo agli interessi vari di chi non vuole si lasci molto spazio al libero pensiero e al libero pensare.

«Ogni giorno della nostra vita è un dono, ma solo in pochi ne sono consapevoli. La gente calpesta la felicità, perché non la vede. […] Starlet che si erano fatte ingrandire il seno, divorzi tragici e desiderio di un figlio da parte di personaggi famosi, resoconti drammatici riguardo a modelle anoressiche e, immancabile, lo sport. Sì, è questo che interessa al mondo, pensò. È con questo che la gente riempie il vuoto esistenziale. Con le storie degli altri. Poi capiscono che la vita è trascorsa senza che l’abbiano vissuta.»

La storia si svolge tra Francoforte e Londra, anche se è di quest’ultima che il lettore riesce ad assaporare maggiormente gli odori, i sapori, i suoni… Dorn racconta di una città che è molto lontana dalla capitale londinese dei turisti e dalla city, una metropoli con i suoi immensi sobborghi fatti di quartieri residenziali e popolari, villette unifamiliari con recinti di siepe e palazzine fatiscenti. Ma soprattutto narra di una Londra successiva agli attentati del 2005, riflesso di una intera società, quella occidentale, radicalmente mutata nei suoi comportamenti.

«Molti di noi appartengono ormai a una generazione che conosce la guerra e la devastazione in Europa solo dai racconti dei nonni. E anche se nel mondo si continua a combattere con le armi, da qui le guerre sembrano abbastanza lontane dalla nostra vita quotidiana. Ma quegli attacchi terroristici hanno dimostrato quanto il nostro senso di sicurezza sia illusorio. Adesso sappiamo che in ogni momento qualcosa può penetrare nel nostro apparentemente invulnerabile mondo del benessere, portandoci via proprio quel senso di sicurezza, e questa esperienza ci ha segnati nel profondo. Ormai basta una borsa della spesa dimenticata sull’autobus per gettarci nel panico.»

Sarah, Stephen, Harvey pensano di dover fare i conti con il “mostro” che vuole impossessarsi delle loro vite per distruggerle, Mark pensa di doverli aiutare, l’ispettore Blake pensa nascondano tutti qualcosa… «La paura è un terreno molto fertile per la diffidenza, l’odio e la discriminazione, e dà il potere a tutti coloro che la strumentalizzano per raggiungere i propri scopi.» Esemplare la struttura del testo, al pari della prosa che riesce a tenere incollato il lettore al libro dalla prima all’ultima pagina. Phobia di Wulf Dorn non deluderà gli appassionati di thriller ma anche coloro che sono alla ricerca di un romanzo innovativo e assolutamente mai banale.

http://www.thrillercafe.it/phobia-wulf-dorn/

 

© 2014 – 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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