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Un antico adagio afferma che la necessità aguzza l’ingegno. Di necessità il protagonista del libro di Città ne ha tanta. Fin dalla prima infanzia ha dovuto imparare a cavarsela da solo e, unitamente all’autonomia, ha imparato quanto può essere difficile stare al mondo se non si ha una rete di protezione. Senza l’affetto e la tutela di una vera famiglia, Agatino inizia a diventare sempre più creativo. Si inventa una vita e trova il suo posto nella società. Un piccola realtà quella che lo ospita. Un paesino di provincia non meglio identificato che, banalmente, può trovarsi in qualunque parte del mondo. Ed essere anche reale. Nel libro è una piccola realtà di provincia siciliana.

Nel libro l’autore racconta molte vite in realtà, ovvero quelle di tutti gli abitanti di Boschetto che intrecciano la loro con quella di Agatino. Persone che hanno difficoltà economiche o sociali, ferventi credenti o donne e uomini che hanno assoluto bisogno di credere in qualcosa, o in qualcuno. E Agatino riesce a capire le loro necessità, a essere ciò di cui hanno bisogno. Amico, confidente, usuraio, manipolatore, guaritore, santone… egli è tutto questo ma in realtà è tutt’altro che questo. 

Se molti credono di conoscerne il presente, del suo passato si sono perse le tracce. Chi è davvero Agatino il guaritore? Egli riesce sempre a trovare la soluzione ai problemi che le persone gli sottopongono. Ma cosa accade allorquando non ci riesce? Ecco allora che si intravede l’Agatino vero. Il personaggio che Massimiliano Città voleva raccontare e intorno al quale ha costruito la sua storia. Una narrazione intrecciata, come le vicende narrate, come le realtà piccole dove le vite, le storie sono legate le une alle altre, esattamente come le stesse esistenze. Man mano che nel libro si conoscono gli accadimenti di coloro che cercano l’aiuto di Agatino diventa sempre più evidente quanto poco si sa di lui. E se da un lato ciò contribuisce a creare un’aura di mistero intorno alla sua persona, dall’altro si insinua il sospetto o la paura che qualcosa di oscura possa accadere o sia accaduto. Dove condurranno questi presagi? Al male o al miracolo? Soccomberà Agatino sotto il peso delle responsabilità da lui stesso volute? Oppure riuscirà a essere all’altezza del compito e del risultato che tutti ormai si aspettano da lui? 

La trama del libro è molto fitta, intrecciata come le storie narrate. Riesce l’autore a tenere tutto insieme con uno stile narrativo chiaro e tutto sommato lineare, se si considerano anche i continui salti temporali che portano la narrazione ripetutamente avanti e indietro nel tempo. 

La funzione taumaturgica delle azioni di Agatino sembra servire soprattutto a lui e solo in seconda analisi alle persone che si dichiarano bisognose del suo aiuto. Alla fine tutti sembrano trarre beneficio dalle “guarigioni” di Agatino ma è un benessere non tanto e non solo fisico e/o mentale quanto “sociale”. Per questo egli diviene ben presto una necessità all’interno della piccola comunità nella quale si è rifugiato e dalla quale è stato il primo a trovare giovamento. Perché se è vero che tutti i suoi clienti/amici ricevono il suo aiuto e si illuminano di una luce nuova, lo è anche che Agatino stesso sembra illuminarsi attraverso le loro storie e brillare ancor di più all’interno della storia, del romanzo. La vicenda che Città ha voluto narrare parte senza dubbio da Agatino ma, quando sembra distaccarsene per parlare della vita e delle vicende degli altri personaggi, è sempre verso di lui che converge, grazie anche o forse proprio per le storie di vita narrate che si intrecciano con la storia di Agatino e la arricchiscono. 

Eppure, proprio nel loro essere interconnesse le storie di vita raccontate da Città potrebbero benissimo essere separate le une dalle altre, e funzionare egualmente bene. In questo il libro ricorda pubblicazioni di un genere caro a Strout o Steinbeck. Un intreccio di storie che sembrano funzionare perché legate insieme ma che, in realtà, singolarmente potrebbero funzionare anche meglio. O egualmente bene. Tutte insieme però contribuiscono a creare quell’atmosfera tipica e caratterizzante il libro, quasi fiabesca, surreale seppur molto concreta e verosimile alla realtà. 

Ed è proprio intorno alle riflessioni sulla realtà che Massimiliano Città sembra aver studiato i tratti del suo romanzo, un libro sociale, scritto raccontando una comunità con uno sguardo vagamente antropologico che ha messo in evidenza l’aspetto folkloristico dei luoghi e dei personaggi. 


Il libro

Massimiliano Città, Agatino il guaritore, Il ramo e la foglia edizioni, Roma, 2024.


Articolo pubblicato su LeggereTutti.eu


Source: Si ringrazia l’Ufficio Stampa de Il ramo e la foglia edizioni per la disponibilità e il materiale.

Disclosure: Per le immagini, tranne la copertina del libro, credits www.pixabay.com


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