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Irma Loredana Galgano

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Il mondo non ha perso la forza di salvarsi. “Un luogo a cui tornare” di Fioly Bocca (Giunti, 2017)

03 giovedì Ago 2017

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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FiolyBocca, Giunti, Lemozioneinognipasso, recensione, Unluogoacuitornare

Clochard per scelta, olio cartone telato di Rosario Capuana

Uscito in prima edizione a giugno 2017 con Giunti editore, Un luogo a cui tornare di Fioly Bocca è una bella metafora dello stesso mondo, in cui i ‘civilissimi’ occidentali quotidianamente compiono piccoli o grandi gesti mostruosi considerandoli ormai normali. Basti citare come esempio l’anteporre carriera benessere denaro al proprio essere-umano, al proprio ben-essere, ai sentimenti, agli affetti, ai figli… Un libro pieno di riflessioni mature sulla vita e sui sentimenti, sempre e perennemente acerbi, a volte un po’ troppo.

Un romanzo che, raccontando la storia di Argea e Zeligo, mostra, come il riflesso di uno specchio, quella di tutti. Di chi è prigioniero delle convenzioni e della ‘normalità’ e di chi, al contrario, vive fuori dagli schemi perché costretto, come Zeligo, oppure perché nel vuoto del benessere economico non si riconosce più, come Pietro.

Da sfondo alle vicende dei protagonisti ci sono i sentimenti, le emozioni, i desideri come quello della maternità ma si avverte la volontà di raccontare un diverso modo di guardare il mondo, anche questo un desiderio o, se si preferisce, una visione. Il bisogno di abbracciare una decrescita che, nel caso di Argea, non è solo economica ma esistenziale. A cosa serve lavorare tanto per produrre molto, guadagnare il massimo e dimenticare che tutto questo non ci rende in alcun modo più ricchi dal punto di vista umano? A nulla. E le scelte compiute dalla protagonista sono la dimostrazione che, a volte, le rinunce sono solo l’inizio.

 

Che senso ha trascorrere i giorni a produrre, ad accumulare denaro che si spenderà poi in rimedi antistress? Si chiede Argea a un certo punto della storia e della sua vita. E decide che non ne vale la pena. Decisamente no. Perché «non c’è niente di più triste di un’allegria simulata».

La scrittura di Fioly Bocca è lieve, lenta, intensa e profonda, altalenante come solo i pensieri veri sanno essere. Un registro narrativo perfetto per raccontare di come un ubriaco senzatetto straniero (bosgnacco), di nome Zeligo, sia presto diventato un “vecchio amico” di un’aspirante giornalista scrittrice compagna fissa e madre dei figli di un noto direttore editoriale, di nome Argea. Di come, in breve tempo, la donna guardandolo non vedrà più in lui l’ubriaco senzatetto straniero ma un amico senza il quale la sua vita sarebbe di certo più vuota.

Argea accoglie Zeligo nella sua casa e nella sua vita e viene a sua volta accolta dal mondo al quale appartiene il suo amico bosgnacco, fatto di persone rivestite da una brutta corazza di vestiti laceri e sporchi ma con una grande anima e un cuore pulsante di amore.

L’esatto opposto del mondo dal quale proviene lei, perfettamente incarnato dal suo compagno Gualtiero. Una bella e curata copertina che racchiude in sé il nulla, o peggio il Male.

Uno stile, quello di Bocca, che cura in ogni minimo dettaglio non le parole bensì i sentimenti e le emozioni che vuole far conoscere, trasmettere o semplicemente raccontare ai suoi lettori affinché comincino anche loro a vedere «il male che fa il male degli altri» in questo mondo che, nonostante tutto, «non ha perso la forza di salvarsi», perché «c’è molto bene che non fa notizia». Ed è da quello che bisogna partire o ripartire, come ha fatto Argea.

Un libro intenso, Un luogo a cui tornare di Fioly Bocca che, raccontando la storia di Argea, narra di quello che accade ma, soprattutto, di «quello che uno fa, delle cose che accadono». E il lettore non può non chiedersi: ma cosa siamo o siamo diventati? Ma cosa insegniamo ai nostri figli?

Source: Si ringrazia Fiammetta Biancatelli della Walkabout Literary Agency per la disponibilità e il materiale

Disclosure: Fonte trama e biografia dell’autrice www.giunti.it

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La scrittura come autoanalisi e auto-rivelazione. Intervista a Fioly Bocca per “L’emozione in ogni passo” (Giunti, 2016)

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© 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

La scrittura come autoanalisi e auto-rivelazione. Intervista a Fioly Bocca per ‘L’emozione in ogni passo’

27 mercoledì Lug 2016

Posted by Irma Loredana Galgano in Interviste

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Tag

FiolyBocca, Giunti, intervista, Lemozioneinognipasso, romanzo

soloCopL’emozione in ogni passo (Giunti, 2016) è il secondo romanzo di Fioly Bocca, una scrittrice, una donna, una madre che, attraverso le parole, racconta la vita, le emozioni, i sentimenti, i dolori, le paure e soprattutto la speranza. “Una necessità che, io credo, ci accomuna tutti.”

Il libro racconta la storia di Alma e Frida, i loro tormenti, il loro essersi smarrite, il lungo Cammino che le porterà prima a incontrarsi poi a ritrovarsi. Un cammino spirituale, metaforico e reale, che diventerà anche un percorso fisico e psichico. Una autoanalisi e un’auto-rivelazione fondamentali per ognuno. Le medesime che l’autrice scopre “percorrendo” la sua scrittura.

Ne abbiamo parlato con Fioly Bocca in un’intervista.

Schermata 2016-07-27 a 09.37.00fonte: www.giunti.it

L’emozione in ogni passo è il racconto del cammino, metaforico e reale, condotto da Alma e Frida verso Santiago de Compostela e alla ricerca di se stesse. Il Cammino è un percorso da seguire o da costruire?

Il Cammino si costruisce, in un’interazione continua con esso. Ci prefiggiamo una partenza, alcune tappe, tempi di percorrenza, una meta. Ma, al momento del via, dobbiamo essere pronti a lasciarci sorprendere, e qualche volta accompagnare per mano. Vedremo così panorami che non avevamo previsto, scorci inattesi; magari cercando rifugio a un temporale.
Il Cammino si fa, con la complicità del Cammino.

Alma e Frida sono due donne apparentemente diverse tra loro che si incontrano in un momento delle loro vite nel quale entrambe si sono smarrite. Quanto incide e quanto determina il loro “essersi incontrate” sullo sviluppo della storia?

L’incontro delle due donne era necessario per la loro evoluzione, in un momento di grande fragilità per entrambe. Seppure così diverse da essere quasi complementari, Alma e Frida riconosco una nell’altra lo stesso profondo bisogno: quello di riconciliarsi con se stesse e la propria vita, dopo un avvenimento che le ha fatte deragliare dalle proprie esistenze. Nel caso di Alma è una ricerca di risposte, di una misura precisa ai propri sentimenti. Nel caso di Frida invece è la necessità di fare i conti con una perdita che renderà la sua vita per sempre “altro” da ciò che è stato fino a quel momento.
Incontrarsi sarà identificare nell’altra il proprio disagio e percorrere insieme un pezzo di strada verso la precisa volontà di superarlo.

Il suo romanzo d’esordio, Ovunque tu sarai (Giunti, 2015), è stato un grande successo di pubblico che si è appassionato alla sua scrittura che potremmo definire “dei sentimenti”. Secondo lei, cosa hanno trovato i lettori nel suo libro da spingerli al virale passaparola che ne è derivato?

È difficile per me rispondere a questa domanda. Non dirò quello che credo abbiamo trovato, ma quello che spero, abbiano incontrato nella mia scrittura: il bisogno di leggere, anche tra le righe di un dolore, lo spiraglio di una speranza. È una necessità che, io credo, accomuna tutti; la vita mette spesso a dura prova, ma se si riesce comunque a concederle ancora fiducia, può ricompensarci, almeno in parte, offrendoci nuovi punti di osservazione e la possibilità di evolvere, di avvicinarci a noi stessi nella nostra dimensione più autentica.
Raccontare una storia attraverso i sentimenti di chi la vive, offre certamente una prospettiva soggettiva; ma per me è anche quella più reale, più vicina al vero.

Anche lei, con la sua scrittura, sta portando avanti un suo percorso personale?

È quello che mi auguro. La scrittura è alle volte auto-rivelazione, il più potente strumento di autoanalisi che io abbia sperimentato. Le storie che si raccontano sono sempre anche un fare luce sulle nostre zone oscure. Già solo per questo, è una strada che merita di essere percorsa.

Se poi si riesce a offrire qualche cosa agli altri, allora è quasi un miracolo: la possibilità di condividere un processo creativo è un enorme sprone per chi si incammina in questa ricerca, che è bellezza, ma anche disciplina e fatica.

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Fioly Bocca: Vive nel Monferrato. Ha conseguito una laurea in Lettere all’Università degli Studi di Torino. Il suo romanzo d’esordio, Ovunque tu sarai, è stato un grande successo del passaparola. I diritti di traduzione sono stati venduti in Francia, Germania, Olanda, Norvegia, Turchia. L’emozione in ogni passo è il suo secondo romanzo.

155ef7_27bdf5024e224437ae14a0bc00aa3945Si ringrazia per la segnalazione e la mediazione Fiammetta Biancatelli della Walkabout Literary Agency

© 2016 – 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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