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Irma Loredana Galgano

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“L’appartamento del silenzio” di Gianni Verdoliva

19 domenica Feb 2023

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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Tag

FidesEdizioni, GianniVerdoliva, Lappartamentodelsilenzio, LesFlaneurs, recensione, romanzo

«Il silenzio è una fonte di grande forza»

È con questa citazione di Lao Tzu che si apre al lettore il libro di Verdoliva. Il silenzio è per certo fonte di forza, una forza che si ritrova nelle parole del libro, nella storia che l’autore racconta, nelle immagini descritte come anche in quelle evocate. 

Il protagonista del libro abita nella sua nuova-antica dimora ma, soprattutto, abita il suo silenzio. Un silenzio fatto di respiri e di sospiri, di anime perse e di anime inquiete, di luoghi solitari e antichi segreti.

La storia raccontata è anche un percorso emotivo o meglio, una serie di percorsi emotivi, relativi ad altrettanti personaggi. Un cammino volto a scoprire le loro anime, non sempre limpide e trasparenti. Un andare sempre più in profondità che non può non condurre i protagonisti alla scoperta o alla riscoperta del dolore. 

Nonostante in più punti del libro Verdoliva sfiori argomenti particolarmente sensibili all’animo umano, riesce a non renderli troppo pesanti o aggressivi per il lettore. Il male presentato dall’autore non è totale, si intravede la speranza di sconfiggerlo e questo lancia un grande messaggio positivo che alleggerisce non poco la lettura. 

La scrittura sembra modellarsi armoniosamente con la storia che vuole narrare. Ritmata secondo le evoluzioni della vicenda stessa, che sembra rispettare finanche le pause dettate dal silenzio. 

L’autore deve coltivare diverse passioni, che vanno dall’esoterismo all’alchimia, ed è riuscito a inserire molte delle sue conoscenze all’interno del testo, utilizzando un linguaggio veramente poco “tecnico”, in modo che anche il lettore più distante da queste discipline riesce comunque a seguire il filo della narrazione. 

I continui salti temporali, soprattutto nei primi capitoli del libro, potrebbero disorientare un po’ il lettore ma, seguendo con attenzione le diverse vicende della narrazione, se ne comprende appieno la necessità. Lo stesso può dirsi dei tanti “protagonisti”, ovvero dei numerosi personaggi cui l’autore dedica la medesima attenzione, raccontando nel dettaglio la vita di ognuno di essi. Alla fine si realizza che la scelta di Verdoliva non è né dispersiva né confusionaria, bensì funzionale al messaggio che intende trasmettere. Un messaggio positivo, di speranza. Nonostante tutto. Dolore, paura, timori possono essere superati, vinti, e ognuno avrà diritto alla sua rinascita. 

I continui salti temporali utilizzati per raccontare le diverse vite dei personaggi a tratti sembrano anche un continuo alternarsi tra giovinezza e vecchiaia, in un altalenante gioco che altro non è che la stessa vita. Questa vita che può essere indicata come protagonista accanto all’appartamento e al suo silenzio. Un silenzio fatto di respiri, di sospiri, di vuoti e di suoni. Sì, di suoni, perché un altro nodo focale del libro è proprio la stanza della musica. Una stanza che trasuda mistero, le cui mura sembrano trattenere a stento il vorticoso turbinio di segreti in essa rinchiusi. 

Un libro, L’appartamento del silenzio di Gianni Verdoliva, che può appassionare o sconvolgere, ma che stupirà, in ogni caso, per la delicatezza con la quale l’autore affronta e racconta storie e tematiche anche molto sensibili. 


Il libro

Gianni Verdoliva, L’appartamento del silenzio, Fides Edizioni, Gruppo Editoriale Les Flâneurs, Bari, 2022.

L’autore

Gianni Verdoliva: giornalista pubblicista e scrittore.


Source: Si ringrazia l’addetta stampa che ha curato la promozione del libro per la disponibilità e il materiale.

Disclosure: Per le immagini, tranne la copertina del libro, credits www.pixabay.com


Articolo pubblicato su OublietteMagazine


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© 2023, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

“Festa al trullo” (Les Flaneurs Edizioni, 2018), la black comedy di Chicca Maralfa

01 venerdì Mar 2019

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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Tag

ChiccaMaralfa, Festaaltrullo, LesFlaneurs, recensione, romanzo

Poco diffuso in Italia come genere letterario, la black comedy è stata utilizzata dalla giornalista scrittrice Chicca Maralfa per raccontare la sua terra di origine, la Puglia, e soprattutto gli esilaranti paradossi di un’epoca nella quale tutto, ma proprio tutto, può diventare “di tendenza”.
Antiche masserie che svettano come dune nel deserto di quell’immensa distesa che è il tavoliere e che diventano location perfette per mettere in scena la vita di un tempo, quando era ancora reale e non mera rappresentazione.
Si è letto di tutto in questi anni, finanche di un matrimonio nel quale gli invitati vestivano gli abiti degli antichi contadini del luogo. Estremizzazioni che sono senz’altro dei paradossi. E allora Maralfa decide di portare proprio questi paradossi a “sconsacrare” altri luoghi simbolo della sua Puglia, i trulli.

Festa al trullo non è un libro denuncia, non è un giallo e neanche un noir anche se un mistero incuriosisce il lettore e cattura la sua attenzione. È senz’altro una black comedy. La scrittura di Maralfa strappa molti sorrisi e alcuni passaggi sono davvero esilaranti, ma l’intera narrazione è come offuscata da una leggera nebbia. Uno sfondo grigio che si dissolverà con il colpo di scena finale ma lascerà egualmente un po’ di amaro in bocca al lettore, il quale continuerà a pensare all’uso sconsiderato che si fa di usi costumi e tradizioni. Promozioni commerciali che sono altro rispetto alle valorizzazioni a scopo turistico. Ammesso sia poi questo ciò di cui necessitano certi luoghi.

Chiara Laera è una famosissima influencer nel campo della moda. Sta preparando l’evento di punta dell’estate: una grande festa per il lancio del marchio ciceri&tria di Vanni Loperfido. Il brand, ispirato a un piatto tipico della cucina salentina, dà il tema alla serata che si svolgerà nella sua proprietà in valle d’Itria. Per avere il massimo risalto mediatico, decide di allestire un set felliniano 2.0, chiedendo alla gente del posto di interpretare se stessa. L’obiettivo è rendere veritiera e originale la messa in scena di tradizioni millenarie, uno spettacolo unico per i tantissimi invitati. Ma non tutto fila liscio. C’è chi, in questa terra, non sopporta l’invasione dei portatori di nuovi costumi, anche di genere, a tal punto da vedere minacciato il proprio ecosistema esistenziale. A fare da sfondo alla serata, una distesa di meravigliosi ulivi secolari minacciati da un killer silenzioso: la Xylella.

Un registro narrativo chiaro, conciso e molto al passo con i tempi, quello di Chicca Maralfa. Una scrittura che sta al passo con i tempi e il ritmo dell’era digitale, non dimenticando però l’importanza della lucidità e delle regole. Personaggi ben caratterizzati e perfettamente inseriti nel contesto che l’autrice, peraltro, conosce molto bene. Festa al trullo rappresenta di sicuro un esordio letterario ben riuscito. Una lettura di certo consigliata.

Chicca Maralfa è nata e vive a Bari. Giornalista, è responsabile dell’ufficio stampa di Unioncamere Puglia. Appassionata di musica indipendente e rock d’autore, ha collaborato per la Gazzetta del Mezzogiorno, Ciao 2001 e Music, Antenna Sud e Rete4. Nel 2018 con L’amore non è un luogo comune ha partecipato all’antologia di racconti L’amore non si interpreta (l’Erudita),contro la violenza psicologica sulle donne. Festa al trullo è il suo primo romanzo.


Articolo originale qui


Source: Si ringrazia l’addetta stampa di “Festa al trullo” per la disponibilità e il materiale.


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