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Irma Loredana Galgano

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La Chiesa esemplare è solo un miraggio? “Peccato originale” di Gianluigi Nuzzi (Chiarelettere, 2017)

10 domenica Dic 2017

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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Chiarelettere, GianluigiNuzzi, PeccatoOriginale, recensione, saggio, Vatileaks

«Per essere ascoltati dobbiamo essere esemplari». Con queste parole papa Ratzinger ammonisce il cardinale Bertone riguardo la linea dell’Istituto per le Opere di Religione , sottolineando che bisogna essere esemplari nei confronti del mondo finanziario internazionale. Gli imperativi categorici sono esempio e trasparenza. Per lo Ior come per tutto il resto.

Come si spiegano allora la controversa morte di Albino Luciani, ovvero papa Giovanni Paolo I? La scomparsa di Emanuela Orlandi? I progetti di riforma e trasparenza continuamente arenati? Le accuse di pedofilia e pratiche coatte di omosessualità?

«Noi dobbiamo essere tra quelli che cambiano le regole, per essere inattaccabili». Invece la strada che sembra essere stata scelta il più delle volte è quella della «impunità» che «rafforza gli autori delle violenze» o delle violazioni. Favorendo o comunque non ostacolando gli attacchi delegittimanti le vittime e ingenerando in questo modo la formazione di vere e proprie roccaforti di potere e «lobby gay».

Esce in prima edizione a novembre 2017 con Chiarelettere Peccato originale. Conti segreti, verità nascoste, ricatti: il blocco di potere che ostacola la rivoluzione di Francesco di Gianluigi Nuzzi. Un libro scritto con l’intento preciso di dare una risposta a sette interrogativi, ovvero i sette tasselli mancanti nel lavoro di ricerca, condotto dall’autore ormai da oltre dieci anni, sui segreti e sugli scandali in Vaticano.

Per trovare le risposte Nuzzi si è affidato agli insegnamenti del giudice Giovanni Falcone e ha «seguito il filo del denaro», che «in ogni storia di potere s’intreccia a quello del sangue e a quello del sesso». Tre infatti sono le parti in cui il libro è suddiviso: Sangue, Soldi, Sesso. Più l’appendice che riporta per esteso i documenti fonte della ricerca e dell’inchiesta dell’autore.

Uno stile, quello di Nuzzi, che ricorda gli scalpitii di un mustang imbrigliato. Un cavallo indomabile costretto dalle briglie a frenarsi mentre il suo desiderio è battere in lungo e in largo le praterie americane. È così l’autore, che vorrebbe raccontare apertamente tutto ciò che sa, che ha scoperto, che gli è stato raccontato… deve dosare e misurare ogni passaggio. Dicendo egualmente quanto necessario a comprendere la profondità e lo spessore dei «tre fili narrati», ma costretto a stare attento ai risvolti giudiziari che il resoconto potrebbe portare, per lui stesso, per i testimoni e le fonti, anche quando non vengono direttamente citati.

L‘autore ritorna più volte sullo stesso concetto o passaggio e sembra farlo non solo per essere certo della chiarezza della narrazione, ma anche per sincerarsi di essere rimasto fedele a quanto prefissosi di raccontare.

Nuzzi si sofferma in descrizioni e resoconti molto analitici e dettagliati eppure questo non sembra avere lo scopo di “illudere” il lettore lasciandogli credere di aver letto tutto quanto c’era da sapere. Il modo in cui egli presenta i fatti lascia agevolmente intendere sia solamente la superficie, appena rischiarata, del profondo pozzo nero di segreti custoditi tra le mura pluricentenarie dello Stato della Città del Vaticano.

Si percepisce in Peccato originale una grande volontà di fare chiarezza, di esporre i fatti in maniera tale che il tutto risulti il più comprensibile possibile nonostante, come nel caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, la durata infinita delle indagini, i sotterfugi, i depistaggi, gli intrighi, le dichiarazioni contraddittorie, le ritrattazioni, le sparizioni, gli occultamenti e gli eclissamenti, i decessi e l’improvvisa follia dilagante…

Forse perché un po’ plasmato sul linguaggio e sui tempi televisivi, lo stile narrativo di Nuzzi è puntellato di frasi che annunciano, di lì a breve, una rivelazione importante, un colpo di scena o comunque un qualcosa che deve per forza di cosa tenere lo “spettatore” incollato. In realtà, in un libro-inchiesta come il suo non servono questi espedienti. Il lettore è già invogliato a proseguire la lettura per l’interesse che suscita il narrato e non per queste intercalari che lo “preannunciano”.

Un libro, Peccato originale di Gianluigi Nuzzi, che è come una goccia d’acqua che perfora la roccia. La “testardaggine” dell’autore nel voler comunque continuare il suo lavoro d’indagine nonostante gli ostacoli e le difficoltà sono paragonabili proprio alla forza dell’acqua la quale riesce sempre a infiltrarsi e trovare la sua via di fuga, esattamente come la verità tanto cercata nelle buie stanze dello Stato Vaticano e che emerge, attraverso il lavoro dell’autore, illuminando lentamente ma sempre più tasselli di questa gigantesca “installazione” religiosa.

Source: Si ringrazia l’Ufficio Stampa di Chiarelettere Editore per la disponibilità e il materiale

Disclosure: Fonte biografia dell’autore www.chiarelettere.it

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Articolo disponibile anche qui

© 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

“Avarizia” di Emiliano Fittipaldi (Feltrinelli, 2015)

18 mercoledì Nov 2015

Posted by Irma Loredana Galgano in Interviste

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Avarizia, EmilianoFittipaldi, Feltrinelli, intervista, saggio, Vatileaks

Quando la Chiesa diventa una holding finanziaria. “Avarizia” di Emiliano Fittipaldi

Il 4 novembre è uscito nella collana Serie Bianca di Feltrinelli il libro del giornalista Emiliano Fittipaldi, Avarizia. Le carte che svelano ricchezza, scandali e segreti della chiesa di Francesco, che ha accettato di rispondere a qualche nostra domanda

Base di partenza dell’inchiesta condotta dall’autore sono i documenti a lui consegnati da un monsignore per «Francesco. Che deve sapere» che:

  • Lo Ior ha quattro fondi di beneficenza avari come Arpagone.
  • La Santa Sede per guadagnare più soldi ha distribuito tesserini speciali a mezza Roma.
  • Non è solo Bertone che vive in trecento metri quadri.
  • Il Vaticano ha investito pure in azioni della Exxson e della Dow Chemical, multinazionali che inquinano e avvelenano.

Il monsignore chiede a Fittipaldi di scrivere un libro perché Bergoglio deve sapere che lo Ior nonostante utili per decine di milioni, con «il fondo per opere missionarie ha regalato quest’anno la miseria di 17 mila euro. Per tutto il mondo».

Emiliano Fittipaldi, giornalista de «L’Espresso», accoglie la richiesta e inizia a studiare tutti i dossier le cui pagine più rappresentative sono riportate inAvarizia.

Il monsignore voleva fare in modo che papa Francesco sapesse anche che «i salesiani investono in società in Lussemburgo, i francescani in Svizzera, che diocesi all’estero hanno comprato società proprietarie di televisioni porno», noi, desiderosi di conoscere molto altro ancora e concordi con l’autore il quale sostiene che «se il denaro è lo sterco del diavolo, in Vaticano sembra valere il detto pecunia non olet», gli abbiamo rivolto delle domande sul libro e in generale sullo scandalo definito da alcuni Vatileaks 2.

 Avarizia è un titolo molto forte, che colpisce direttamente al cuore dei lettori. Quanto è pericolosa una Chiesa avara verso gli indigenti?

Non credo che tutta la Chiesa sia avara. Credo, come dimostro nella mia inchiesta, che in Vaticano ci sia ancora un rapporto distorto con il denaro. Se Papa Francesco auspica una «Chiesa povera per i poveri» e poi si scopre che i soldi della Fondazione del Bambin Gesù vengono usati per ristrutturare la casa del cardinale Tarcisio Bertone o che la beneficenza dei fedeli dell’Obolo di San Pietro finisce «per esborsi di curia e dicasteri», come sottolinea un rapporto di MoneyVal, è chiaro che siamo ancora molto lontani dalprogetto pauperistico di Bergoglio.

Ma l’avarizia è solo una faccia della medaglia, l’altra sembra essere rappresentata dall’ingordigia e dalla vanagloria. La Chiesa di Papa Francesco sarà ricordata per quest’ambiguità oppure per aver fatto chiarezza?

Prima dell’uscita del mio libro tutta la stampa mondiale, grazie alla propaganda vaticana, aveva deciso che Francesco era riuscito a risolvere scandali e imbarazzi in due anni di pontificato. Ora qualcuno, dopo la mia inchiesta, parla già di fallimento. Io propenderei per giudizi meno affrettati: la volontà riformatrice del Papa non è in discussione, ma le resistenze interne sono molto più forti di quanto pensassimo. Di certo nessuno deve avere paura della trasparenza: solo così, a mio parere, la trasformazione della Chiesa in senso evangelico potrà proseguire la sua strada.

Quando la Chiesa diventa una holding finanziaria. “Avarizia” di Emiliano Fittipaldi

«Devi scrivere un libro. Devi scriverlo anche per Francesco. Che deve sapere». Sono le parole pronunciate dal monsignore prima di consegnarle i documenti alla base del libro, che sembra essere nato, o almeno essere stato ispirato, proprio da quest’urgenza. Secondo lei, perché la necessità di informare il Papa dall’esterno?

Perché alcuni, in Vaticano e fuori, consideravano fondamentale che il Papa conoscesse ogni dettaglio dei risultati di alcune commissioni d’inchiesta che lui stesso aveva voluto. Perché non l’hanno fatto usando canali interni e riservati? Forse perché le loro indicazioni non sono state ascoltate, o la loro voce non è arrivata al soglio pontificio. O forse perché, a torto o a ragione, speravano che scoperchiare il vaso di Pandora potesse accelerare l’attività riformatrice. Ma non sta a me dare un risposta: io sono un giornalista che ha il dovere di verificare le notizie e, se vere e di interesse pubblico, di pubblicarle.

La gran parte dei documenti in suo possesso è il frutto del lavoro svolto da Cosea, la Commissione voluta da papa Francesco per far luce sulle finanze della Chiesa. Perché secondo lei Cosea è stata sciolta? Ha portato a compimento i suoi obiettivi?

Solo una parte dei documenti viene da Cosea. Altre informazioni sono frutto del mio personale lavoro d’inchiesta. Cosea è stata sciolta dopo che il suo lavoro di raccolta dati è terminato. La commissione ha anche scritto delle raccomandazioni sulle riforme economiche da effettuare per eliminare gestioni improvvide, scandali e sprechi, ma solo in parte sono state finora seguite.

Nonostante la «leggenda anticlericale che vuole la Chiesa cattolica proprietaria del 20% dell’intero patrimonio immobiliare italiano», si fa un gran parlare in questi giorni di appartamenti e attici lussuosi. In Avarizia, però, si leggono passaggi anche più interessanti, come il fatto che «Apsa e Ior conservano lingotti d’oro per svariati milioni di euro presso la Federal Reserve, il caveau sotto il torrione e qualcuno sospetta che altra parte delle riserve sia conservata nei forzieri svizzeri». Non è che concentrandosi sul “mattone” si alzi solo un gran polverone che potrebbe far dimenticare o passare inosservato tutto il resto?

Il patrimonio immobiliare del Vaticano vale 4 miliardi di euro. Una stima enorme, a cui vanno sommati gli investimenti finanziari dell’Apsa e dello Ior. Nel mio libro però parlo di tutto: gli investimenti all’estero in Lussemburgo e Svizzera, le società immobiliari a Parigi e Londra, il business degli ospedali, gli sprechi di denaro della curia, anche di uomini scelti dal Papa come il cardinale George Pell. I conti segreti dello Ior, che dicevano essere stati eliminati, i trucchi per vendere benzina e tabacchi e fregare il fisco italiano.

Quando la Chiesa diventa una holding finanziaria. “Avarizia” di Emiliano Fittipaldi

«La promessa informale di girare all’Italia la lista di tutti i clienti sospetti nascosti allo Ior non è stata mantenuta». Ma anche se si riuscisse a ottenerla non si corre il rischio che diventi un’informazione ormai vana visto il tempo intercorso?

No, sarebbe importantissimo che l’Aif, l’autorità finanziaria vaticana, girasse ai nostri investigatori la lista dei presunti evasori. Indicando la cifra detenuta un tempo alla Banca Vaticana e, ovviamente, il Paese e l’istituto su cui è stata bonificata. Con queste informazioni Bankitalia e procure avrebbero la possibilità di riportare qualche bue nella stalla. Non tutti, ma qualcuno si.

Lei scrive di una «partita anti-italiana». Si riferisce solo all’estromissione di tutti i cinque membri italiani dal direttivo Aif o anche ad altro?

Non solo. Se i membri del direttivo Aif sono stati cacciati dopo aver scritto una dura lettera di contestazione contro il presidente dell’Aif, lo svizzero René Brülhart, tutti i cardinali italiani (a parte Calcagno, a capo dell’Apsa) sono stati allontanati dal governo vaticano. Rei, secondo Francesco e i suoi grandi elettori, di aver provocato gli scandali finanziari e mediatici che portarono alle dimissioni di Benedetto XVI. Il fatto è chi li ha sostituito la vecchia guardia non sembra molto diverso.

Quando la Chiesa diventa una holding finanziaria. “Avarizia” di Emiliano Fittipaldi

È del giornale per cui lavora, «L’Espresso», la denuncia delle frasi choc del direttore di Radio Maria, don Livio Fanzaga, presumibilmente rivolte a lei e a Gianluigi Nuzzi. Don Fanzaga, però, ritorna sulle parole di Bergoglio e chiosa: «Ma siccome il Papa ieri ha parlato di perdono, per carità perdoniamoli». Lei ritiene di avere qualcosa da farsi perdonare?

 Non ho niente da farmi perdonare. Ho fatto solo il mio lavoro.

http://www.sulromanzo.it/blog/quando-la-chiesa-diventa-una-holding-finanziaria-avarizia-di-emiliano-fittipaldi

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