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Irma Loredana Galgano

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Guardare dentro per vedere oltre. “Storie sbagliate” di Maria Teresa Casella

12 venerdì Ago 2016

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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MariaTeresaCasella, racconto, recensione, StorieSbagliate, thriller

Pubblicato tramite StreetLib Selfpublish, il trittico noir Storie sbagliate di Maria Teresa Casella cattura il lettore e lo trascina nelle gole più profonde della vita e della mente umane. È un libro breve ma di una tale intensità da farsi letteralmente divorare. Non è la prima volta che l’autrice regala ai suoi lettori la possibilità di guardare dentro per vedere oltre.

Carmen è una ragazza in aspro conflitto con la vita. La fase adolescenziale è, per lei, particolarmente traumatica e causa una frattura tale con i suoi genitori da indurla a fuggire di casa. Ci vorrà un po’ ma poi capirà che non potrà in alcun modo sfuggire a se stessa.
La sua storia racconta la ribellione giovanile, la voglia di lasciarsi andare, di ostacolare e di opporsi al mondo degli adulti.

«Cercai di tenere duro, di credere che prima o poi qualcosa sarebbe successo e l’incubo sarebbe finito, invece notte dopo notte ci sprofondavo dentro.»

Melody è una transessuale che sembra avere un unico obiettivo: sottoporsi all’intervento chirurgico che la farà diventare definitivamente donna. Ma lei è innanzitutto una persona, un essere umano, con tante storie da raccontare, molta sofferenza e troppo dolore causato il più delle volte dall’ipocrisia di chi, quelle come lei, le schernisce di giorno e le ‘ama’ di notte.

«Era più facile aprirsi, soddisfare, a volte anche godere, se si convinceva che a subire fosse il maschio che era in lei, l’intruso.»

Joanna è una figura liberamente ispirata ad Aileen Wuornos, la killer seriale giustiziata in Florida nel 2002. Personaggio molto discusso, la Wuornos è stata definita da Nick Broomfield, l’ultimo a intervistarla prima dell’iniezione letale, “una persona che ha completamente perso la propria mente in preda alla rabbia”.
Maria Teresa Casella immagina invece che a muovere le azioni di Joanna non sia la rabbia ma l’amore. Un amore deviato, sbagliato? E chi può giudicarlo.

È amore quello che provano due adulti che tentano in ogni modo di adottare un figlio? Oppure è egoismo? È giusto dire la verità ai bambini oppure è meglio mentire? Perché? Cosa provano dei genitori adottivi quando poi la natura decide che possono avere anche loro un figlio naturale?
Tutte le domande che il lettore di Storie sbagliate si pone non sono semplici o scontati interrogativi su vari aspetti o comportamenti, sono dei muri che possono essere costruiti o abbattuti, sono delle scelte che possono risultare giuste o sbagliate ma sempre e comunque necessarie se a volerle è l’anelito di libertà.

Storie sbagliate di Maria Teresa Casella è un trittico noir dove la conclusione non è una fine e neanche un inizio, è una svolta. La direzione verso cui scelgono di andare Carmen e Melody, le cui storie si sono sfiorate, intrecciate per un solo istante ma che è bastato a legare insieme due esistenze, le loro. Vite che per tanti non valevano niente, persone volutamente ignorate, maltrattate, denigrate in nome di… nulla, non c’è nulla che giustifichi certi comportamenti ed è per questo che Carmen e Melody hanno scelto di donare “il loro impegno a beneficio delle vittime delle discriminazioni”. Ed è bello anche che Maria Teresa Casella abbia scelto di raccontarlo.

© 2016 – 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

“Amore obliquo” di Maria Teresa Casella (Streetlib, 2015)

15 domenica Nov 2015

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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Amoreobliquo, EmmaBooks, MariaTeresaCasella, recensione, romanzo, Streetlib, thriller

cas

Maria Teresa Casella ripropone in versione digitale Amore obliquo (Streetlib, 2015), già edito nel 2011 con EmmaBooks.
Amore obliquo della Casella è un libro che va letto domandandosi «che cos’è in fondo la pazzia?».
Pazzo è colui che non riesce a mantenere comportamenti “normali” o chi invece riesce a celare alla perfezione la sua follia dietro la maschera della normalità?

«Se provò un’emozione, le rimase intrappolata nella mente. Scambiai la sua passività per inesperienza. L’indifferenza per timore. La freddezza per infelicità.»

Pirandello, il quale ha cercato di indagare a lungo i comportamenti degli uomini e la mente umana, era giunto alla conclusione che per liberarsi dei “mali del mondo” l’uomo non avesse che due possibilità: il suicidio o la follia. Per Linda, protagonista del libro di Maria Teresa Casella, le due alternative si mescolano e si fondono fino a quando non si realizza che è necessaria una distinzione ulteriore tra suicidio fisico, che verrà poi, e suicidio mentale, alienazione volontaria che potrà anche sembrare simile o uguale alla follia ma non lo è. La vera follia è di coloro che hanno coscienza di ciò che accade e fingono di non vederlo, per ipocrisia, per comodità. Linda ha “scelto” la sua schizofrenia. Il suo essere borderline equivale a un suicidio mentale che in un primo momento le appare la soluzione ideale. Linda è crudele, è malata, deviata ma è al contempo una vittima, di se stessa e degli altri.

«Qui, rinchiuso, le emozioni sono stilettate. Ognuna è un dolore che ti fa sentire vivo, ma questa non è vita. La mia vita era con Linda. Lei diventò parte di me dal primo istante in cui la vidi. Adesso, prigioniero, capisco meglio la sua prigionia. Queste catene che stringono e costringono, reali o immaginarie restano catene.»

Umberto Capasso, giornalista per metà scrittore, come lui stesso si definisce, diventa vittima di un’ossessione che tarda a intendere non essere la sua. Crede di aiutare chi in realtà lo sta usando e cerca di salvare chi tenta di incastrarlo. Vive il suo amore obliquo con «la ragazza storta» con la medesima predestinata inconsapevolezza con cui assiste e indaga i crimini efferati in cui resta, suo malgrado, coinvolto.

«No, non posso consegnare ad altri il suo mistero. Non la do a nessuno questa agenda. Solo io posso capire, intuire, risolvere. Anche queste pagine bianche, ad esempio, raccontano qualcosa di lei: c’è la sua vita pure qui, in questi bordi bruciacchiati, in questi fori lasciati dalla punta della penna. Queste pagine non sono vuote: queste pagine sono il vuoto.»

Umberto, pur muovendosi nel caos mentale più totale, ha sempre avvertito la profonda sensazione di dover salvare Linda, l’errore è consistito nell’aver creduto che se fosse riuscito a salvarla da se stessa avrebbe risolto ogni problema. E così, ancora una volta Linda, nel totale isolamento mentale nel quale sopravvive, sceglie di agire da sola, decide per tutti perché convinta che altro non le resta da fare.

«Mi fermai a pensare proprio lì, in quella confusione. Spintonato dalla mischia. Frastornato dalla musica, dalle luci di una notte piena di vita. Da gente che voleva divertirsi, e ci riusciva. Io non ero come loro, non più. Non ridevo come loro, con quel gusto.»

Amore obliquo di Maria Teresa Casella è un libro intenso, a modo suo ribelle, come Linda e la sua storia, la «la ragazza storta» e la sua mente, come Umberto e il suo amore distorto, perché è un sentimento, obliquo.

:: “Amore obliquo” di Maria Teresa Casella (Streetlib, 2015), a cura di Irma Loredana Galgano

© 2015 – 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

Maria Teresa Casella, tra romance, noir e self-publishing

15 martedì Set 2015

Posted by Irma Loredana Galgano in Interviste

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intervista, MariaTeresaCasella

Intervista a Maria Teresa Casella, tra romance, noir e self-publishing

Maria Teresa Casella nasce come scrittrice di romanzi rosa ed erotici. FirmandosiTheresa Melville approda alla Mondadori con il genere romance storico. In seguito si appassiona al noir e finisce poi col dirigere una collana editoriale erotica.

«Le mie storie sono un intreccio di rosa e nero che non si arrende al caso, sono riflessi del mio vissuto, dei sogni afferrati o anche solo sfiorati, di tenaci illusioni che mi tengo strette. Come scrittrice e come donna, spero in una condivisione profonda con chi mi vorrà leggere».

Maria Teresa Casella ha accettato di rispondere a qualche nostra domanda sul suo lavoro di scrittrice ma anche a quesiti inerenti la sfera professionale in campo editoriale cui si dedica con tenacia e costanza da oltre venti anni.

 Partiamo dalla prima curiosità: perché l’uso di pseudonimi?

Tra il 1984 e i primi anni ’90, oltre a cimentarmi con la narrativa rosa, collaboravo con diversi settimanali come giornalista e curavo l’ufficio stampa di una grande multinazionale della moda. Scrivere sotto pseudonimo era perciò una necessità per evitare problemi sul fronte lavorativo. Quando nel 1995 arrivai in Mondadori e scelsi di dedicarmi professionalmente alla narrativa, dovetti fare i conti con la consuetudine dell’editore che voleva firme esotiche per i romance. Da qui lo pseudonimo di Theresa Melville, nato espressamente per Mondadori e caratteristico della mia produzione di romance storici. La mia avventura come responsabile della collana Fleurs è durata solo un anno (purtroppo l’editrice digitale Mezzotints ha chiuso i battenti inaspettatamente). Si è trattato comunque di un periodo molto significativo per la mia carriera, che ha portato alla pubblicazione di Memorie e peccati. L’amante di papa Borgia, un bellissimo romanzo storico erotico di Elena e Michela Martignoni.

Intervista a Maria Teresa Casella, tra romance, noir e self-publishing

Ci sono scrittori che cercano di far “conoscere” il proprio nome prima ancora dei propri libri e lei invece utilizza vari pseudonimi quasi a voler schivare la notorietà. Figurano nel suo curriculum anche lavori da ghostwriter. Perché questo voler restare nell’ombra?

Fin da ragazza volevo diventare una romanziera e volevo fare della scrittura il mio mestiere. Lo volevo a tutti i costi. I primi tempi ho accettato dei compromessi, come ad esempio scrivere su commissione, e gli pseudonimi facevano parte del gioco; anche in seguito, essendo funzionali alla pubblicazione, li ho adottati senza problemi. Forse avrei dovuto essere più cauta, perché a furia di usare pseudonimi, il mio vero nome è poco conosciuto, ma spero in una rimonta. Lavorare come ghostwriter non ha ovviamente contribuito a farmi conoscere, ma mi ha insegnato la disciplina nello scrivere, una vera e propria palestra di scrittura, e mi ha procurato buoni guadagni. In fin dei conti, la mia priorità è sempre stata scrivere da professionista e raggiungere il cuore dei lettori, indipendentemente dalla firma. In quest’ottica ho trascurato l’auto-promozione, per la quale ammetto di non essere portata. Nel settembre ormai prossimo, però, in occasione dell’uscita del mio primo testo auto-pubblicato, cercherò di fare del mio meglio.

La scrittura del suo primo romance storico ha coinciso con l’inizio della collaborazione con Mondadori ma nel tempo ha pubblicato anche con altri editori. Il “sogno” di ogni esordiente è arrivare alla pubblicazione con un grande editore. Quanto incide su diffusione e gradimento di un libro un big dell’editoria?

Credo che incida, ma non così profondamente come può sembrare di primo acchito. Inutile negare che il logo noto in copertina viene considerato dal lettore una garanzia, e che l’autore è gratificato dal consenso e dal sostegno dello staff esperto di un grosso editore – sempre che l’editore in questione curi effettivamente il rapporto con i suoi autori. Ma è ormai assodato che l’era digitale ha creato nel mondo dell’editoria una rivoluzione. A prescindere dall’auto-pubblicazione, sta emergendo la forza delle case editrici medio-piccole dove si lavora con passione, rivalutando la figura dell’editore esperto di marketing, che svolge un ruolo attivo al fianco dell’autore. Ho conosciuto diversi editori con queste caratteristiche, con alcuni ho la fortuna di collaborare, e li ammiro moltissimo per la tenacia e l’impegno che investono nelle loro attività, riuscendo a far fronte alla crisi del settore.

Intervista a Maria Teresa Casella, tra romance, noir e self-publishing

Molti scrittori alle prime armi alla chiusura della opera prima sono convinti di aver scritto il loro capolavoro. Di strada da percorrere e di cose da imparare invece in genere ne hanno ancora tante… qual è il consiglio che sente di dar loro?

Consiglierei di non accontentarsi mai, di revisionare i loro scritti fino alla nausea, e poi revisionare ancora. Qualsiasi testo è sempre perfettibile. Consiglierei di porsi nuovi traguardi, di non fossilizzarsi su un genere letterario, ma di sperimentare, sia dal punto di vista del linguaggio che della struttura; se pure, alla fine, non si sarà ottenuto il risultato sperato, la ricerca sul piano narrativo sarà stata di per sé un’esperienza preziosa. Inoltre, sarà superfluo dirlo ma lo faccio ugualmente, bisogna leggere molto e fare della lettura uno strumento per migliorare la tecnica e lo stile della scrittura.

A giugno di quest’anno è uscita la versione digitale di Leggenda di sangue e amore, un libro intenso con una storia forte. Come mai ha scelto di ripubblicarlo e con lo stesso titolo?

Leggenda di sangue e amore uscì per la prima volta in edicola nel 2006 nella collana Mystere di Mondadori; ho preferito non cambiare il titolo per non ingenerare confusione nei lettori che potevano aver già acquistato il libro. Tengo però a dire che questa riedizione pubblicata da Fanucci Leggereditore, sia in cartaceo che in ebook, è frutto di un’attenta rivisitazione del testo, e contiene approfondimenti inediti rispetto alla versione precedente. Con Leggenda di sangue e amore, costruito sulle gesta di Jack lo Squartatore, mi avvicinai per la prima volta al genere noir. Per questo motivo la sua riedizione mi rende particolarmente orgogliosa.

Intervista a Maria Teresa Casella, tra romance, noir e self-publishing

A quali progetti sta lavorando?

Entro settembre uscirà in auto-pubblicazione il mio romanzo noir L’Amore obliquo, rieditato dopo la prima uscita del 2011 conEmmabooks. Subito dopo riprenderò la stesura di un contemporaneo incentrato sulle difficili scelte di una donna che si ribella a un amore infelice, al quale sto lavorando già da qualche mese. In seguito mi dedicherò a un nuovo noir, già strutturato in scaletta, che non vedo l’ora di sviluppare. Riguardo il romance, sto valutando di scrivere il quarto romanzo de La trilogia dei Tourangeau pubblicata per Mondadori tra il 2011 e il 2013. E per ora è tutto.

http://www.sulromanzo.it/blog/intervista-a-maria-teresa-casella-tra-romance-noir-e-self-publishing

 

© 2015 – 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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